La pericolosità sismica è classificata attraverso 4 zone in modo decrescente a partire dalla zona 1 fino alla zona 4. Secondo i dati del Rapporto Ance-Cresme del 2012, la zona a maggiore sismicità (1) comprende 706 Comuni e tre milioni di abitanti, la zona 2 riguarda 2.187 Comuni e 18,9 milioni di abitanti, la zona 3 riguarda 2.003 Comuni e 20,5 milioni di abitanti. Infine, in zona 4 si hanno 3.196 Comuni e 8,8 milioni di abitanti. I bonus fiscali del 65% per l'antisismica riguardano solo le prime due zone. L'ipotesi di cui si discute è di estenderli alla terza fascia, per rendere maggiore la loro efficacia.
Questo allargamento, tuttavia, non risulta essere di piccola portata. La stima Ance-Cresme, su dati ISTAT rileva che gli edifici in Italia, costruiti sino al 2001, sono circa undici milioni. Se ne deduce che una stima dei fabbricati in Italia sulle 4 zone sismiche è la seguente: 664mila in zona 1, 4.060.000 in zona 2, 4.404.000 in zona 3 e 1.890.000 in zona 4. Includendo gli incentivi anche alla zona 3 ci sarebbe un sostanziale raddoppio degli edifici interessati.
A tal fine risulta quindi essenziale un aumento considerevole degli stanziamenti forniti dal Governo, attualmente pari a poco più di 100 milioni di euro. Bisogna tuttavia segnalare che, al momento, la circolare applicativa del ministero delle Infrastrutture che renda pienamente sfruttabile il bonus non è ancora disponibile. Sebbene il sostanziale incremento di edifici interessati bisogna rammentare che non tutti i 4,4 milioni di edifici necessitano di adeguamento. Assumendo l’intervento solo sugli edifici costruiti prima del 1971 (circa il 60 %), realizzati prima dell’effettiva introduzione di una norma sismica, si arriva a circa 2,6 milioni. A questi bisognerebbe aggiungere le costruzioni progettate e realizzate tra il 1972 e il 2001, data comunque antecedente alla nuova zonizzazione sismica attuata a partire dal 2003 e alle Norme Tecniche sulle costruzioni emanate nel 2008.