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Siccità e cedimenti delle fondazioni degli edifici:
perché è urgente includere il rischio tra le polizze anti calamità obbligatorie

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Pubbl. 13 maggio 2025

La siccità può provocare cedimenti e compromettere la stabilità degli edifici.
Tuttavia, questo fenomeno, sempre più frequente, non è ancora stato inserito tra i rischi coperti
dalle polizze catastrofali obbligatorie in vigore a partire dal 2025.

A cura di

Ing. Marco Sganzerla - direttore commerciale Uretek Italia


Dal 2025 entra in vigore la norma che obbliga le imprese italiane a dotarsi di una polizza assicurativa contro i rischi catastrofali naturali. Lo prevede la Legge di Bilancio 2024 (L. 213/2023), che introduce questa misura con l’obiettivo di tutelare il tessuto produttivo nazionale di fronte a eventi climatici estremi e sempre più frequenti. Secondo quanto chiarito da ANIA, le coperture previste riguardano tre categorie principali di rischio: l’alluvione, comprensiva di esondazioni e inondazioni causate dalla fuoriuscita incontrollata di acqua da corsi fluviali naturali o artificiali; il terremoto, inteso come sommovimento sismico certificato dalla Rete Sismica Nazionale dell’INGV; e infine la frana, fenomeno che comporta il distacco e lo scivolamento di materiali rocciosi o terrigni lungo un pendio.

La siccità: un evento estremo a tutti gli effetti

Nonostante la copertura assicurativa obbligatoria introdotta dal legislatore rappresenti un importante passo avanti nella gestione del rischio, un altro fenomeno sempre più frequente resta ancora escluso: la siccità. Questo evento estremo, oggi tra i principali effetti del cambiamento climatico, non è attualmente riconosciuto come calamità naturale ai fini assicurativi. Eppure, le conseguenze strutturali che provoca possono essere altrettanto gravi quanto quelli causati dalle calamità riconosciute, come un terremoto, un’alluvione o una frana. La principale conseguenza provocata dalla siccità è da identificare nella variazione volumetrica dei terreni di fondazione degli edifici, in particolare quelli argillosi, che tendono a ritirarsi in condizioni di siccità prolungata per poi rigonfiarsi con il ritorno dell’umidità. Questo continuo ciclo di espansione e contrazione sollecita le fondazioni degli edifici, provocando cedimenti che si manifestano con crepe nei muri, deformazioni e cedimenti differenziali.

Il crescente impatto dei fenomeni siccitosi in Europa ha portato alla nascita dell’Osservatorio Europeo sulla Siccità (EDO), uno strumento che fornisce dati scientifici aggiornati e mappe di monitoraggio utili a valutare l’evoluzione della siccità sul territorio europeo, supportando le decisioni politiche e tecniche in materia di gestione del rischio. Basandosi sui dati dell’Osservatorio Europeo sulla Siccità si può evincere quanto il fenomeno siccitoso stia diventando strutturale, non solo in aree tradizionalmente aride ma anche in regioni temperate, come gran parte del territorio italiano. Le informazioni raccolte dall’Osservatorio rafforzano l’urgenza di includere la siccità tra le calamità naturali coperte dalle assicurazioni obbligatorie per le imprese, in quanto ne certificano l’incidenza crescente e il potenziale rischio nei confronti del patrimonio edilizio.

L’esempio della Francia nella gestione della siccità come calamità naturale

Un confronto con la normativa francese evidenzia quanto l’Italia sia in ritardo su questo fronte. In Francia, infatti, la siccità è già riconosciuta come evento naturale coperto da assicurazione. I proprietari di immobili danneggiati dai movimenti del suolo possono così accedere a rimborsi per interventi di consolidamento. In assenza di una normativa simile in Italia, le imprese e i privati si trovano invece privi di tutela e costretti ad affrontare i costi dei danni strutturali senza alcun supporto assicurativo.

Calamità e coperture assicurative: le tappe dell’obbligatorietà

Per garantire un’applicazione graduale del nuovo obbligo, il Decreto-Legge n. 39 del 31 marzo 2025 ha stabilito scadenze differenti in base alla dimensione dell’impresa. Le grandi imprese sono le prime a doversi adeguare, a partire già dal 1 aprile 2025, godendo comunque di una moratoria di 90 giorni senza sanzioni. Le medie imprese dovranno conformarsi a partire dal 1° ottobre 2025, mentre le micro e piccole imprese avranno tempo fino al 1° gennaio 2026. Queste date sono state recentemente confermate nelle FAQ pubblicate dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy lo scorso 14 aprile.

Risolvere le problematiche dei cedimenti: l’efficacia delle iniezioni di resine Uretek

In un contesto climatico in mutamento, dove fenomeni come alluvioni e siccità sono diventati le principali cause di cedimenti delle fondazioni, una soluzione efficace e non invasiva al problema è rappresentata dalle iniezioni di resine. L’azienda Uretek, con oltre 35 anni di esperienza, ha sviluppato un metodo di consolidamento dei terreni di fondazione basato appunto sulle iniezioni di resine espandenti, in grado di risolvere il problema in modo definitivo e conservativo, mettendo in sicurezza le strutture.

Le iniezioni di resine sono infatti in grado di migliorare le caratteristiche meccaniche del terreno, ripristinando la portanza dei terreni, ma anche di stabilizzare e, se necessario, sollevare le strutture che hanno subito cedimenti, evitando demolizioni e lunghi tempi di cantiere. L’intero processo è monitorato in tempo reale grazie a sistemi laser e Radar 3D, per garantire la sicurezza dell’intervento.

Uretek inoltre mette a disposizione di progettisti e professionisti in genere, un software di calcolo sviluppato in collaborazione con il Politecnico di Torino, Uretek SIMS 2.0, uno strumento che permette di progettare un intervento di consolidamento dei terreni di fondazione con iniezioni di resine.



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