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FIP MEC
Dissipatori viscosi e dispositivi di vincolo dinamico
per il miglioramento sismico dell' Ospedale degli Infermi a Rivoli (TO)

FIP MEC

Pubbl. 20 ottobre 2025

FIP MEC 
Dissipatori viscosi e dispositivi di vincolo dinamico 
per il miglioramento sismico dell' Ospedale degli Infermi a Rivoli (TO)

Un esempio di ospedale mantenuto in funzione durante un intervento di miglioramento sismico, intervenendo dall'esterno, attraverso dissipatori viscosi inseriti tra l'edificio esistente e nuove torri di contrasto, e dispositivi di vincolo dinamico per solidarizzare i vari corpi di fabbrica.
 

Prof. Ing. Nicola Impollonia, Dipartimento di Ingegneria e Architettura, Università degli Studi Catania - Planir srl
Ing. M. Gabriella Castellano, FIP MEC srl

Lo stato di fatto

L’Ospedale è stato costruito a partire dai primi anni 70. L’edificio principale qui descritto, con la peculiare forma ad H, è diviso in più corpi di fabbrica da giunti tecnici di ridotta dimensione (Figura 1). Si compone di 12 piani, incluso un piano totalmente interrato. In elevazione presenta una struttura in c.a. a telai monodirezionali. La verifica sismica, preceduta da accurate indagini e rilievi, ha mostrato indici di sicurezza molto bassi, correlati a meccanismi sia fragili che duttili, oltre che al martellamento.
 


Figura 1 - Vista modello di insieme: stato di fatto (sinistra) e stato di progetto (destra)

Strategia progettuale di miglioramento sismico

L'obiettivo principale del progetto era quello del miglioramento sismico, minimizzando le interferenze con le attività e di conseguenza concentrando il più possibile le lavorazioni all’esterno dell’edificio.
Il progetto ha conseguito il miglioramento sismico controllato (=0.65) mediante impiego di 3 torri di nuova costruzione (torre ovest, est e ascensori) connesse alle strutture esistenti al livello degli impalcati tramite dissipatori viscosi, e solidarizzazione dei giunti insufficienti ai vari piani tramite dispositivi di vincolo dinamico posti in facciata (Figure 1 e 2). Lo scopo delle nuove torri è quello di realizzare dei corpi di adeguata rigidezza collegati agli impalcati dell’edificio esistente tramite dissipatori che in fase sismica consentano di contrastare gli spostamenti del fabbricato esistente ed incrementare la capacità dissipativa della struttura nel suo complesso. I dissipatori viscosi utilizzati hanno esponente della velocità 0.15.


Figura 2 -  Carpenteria tipologica con interventi di progetto.
Il collegamento di tipo dissipativo, anziché rigido, tra le torri e la struttura esistente, oltre ad aumentare la capacità dissipativa complessiva, evita la riduzione dei periodi fondamentali ed il conseguente incremento dell'energia in ingresso nella struttura. Le torri est ed ovest hanno anche il compito di rendere maggiormente regolare in pianta l’edificio, trasformando la struttura da una forma ad H (con un solo braccio centrale) ad una forma più regolare con tre bracci perpendicolari  alla direzione principale dell’edificio. La regolarizzazione dell'intero fabbricato è anche favorita dalla solidarizzazione dei vari corpi di fabbrica ottenuta mediante i dispositivi di vincolo dinamico.
La forma delle torri è stata appositamente studiata per rispettare i numerosi vincoli funzionali. Ad esempio, la torre ovest è formata dall’unione di due coppie di telai a pianta triangolare in cemento armato collegati fra di loro da una travatura reticolare in acciaio. La forma progettata consente di lasciare un ampio spazio libero nel piazzale al fine di garantire la sua fruizione e rispettare le misure minime necessarie all’utilizzo del cortile da parte dei mezzi antincendio.
Allo scopo di ridistribuire a livello di impalcato le azioni concentrate trasmesse dai dissipatori, le travi perimetrali esistenti sono state rinforzate con un cordolo di nuova realizzazione, reso solidale all'esistente.
La solidarizzazione dei giunti è ottenuta con lavorazioni che interessano principalmente i prospetti. Si sono previsti aggetti ai vari piani, in prossimità dei giunti tra i corpi, collegati tra di loro con dispositivi di vincolo dinamico. Tali dispositivi consentono le dilatazioni termiche (lente) ma in caso di elevate velocità si comportano come vincoli rigidi, rendendo così, in caso di sisma, solidali i vari corpi di fabbrica e favorendo il comportamento di piano rigido.
Obiettivo complementare è stato quello di integrare l’intervento con il contesto architettonico, nell’ottica di riqualificare un bene esistente in rapporto con il territorio circostante fatto di costruito e paesaggio. La volontà di incrementare la sicurezza sismica è divenuta così un pretesto per migliorare la dignità architettonica e rinnovare i prospetti. A ciò hanno contribuito uno specifico studio del colore e dell’illuminazione esterna, e l’introduzione di trattamenti ad elevate prestazioni e resa estetica per gli elementi in acciaio che consentono, inoltre, di ridurre i costi di manutenzione.

Modellazione e risultati
Per la verifica nella configurazione di progetto, l'azione sismica è stata modellata attraverso la definizione di accelerogrammi spettrocompatibili con lo spettro di risposta elastico, come definito al §3.2.3.2 del DM 2018. Ai fini delle verifiche dei dispositivi antisismici è stato considerato lo spettro SLC, mentre per le verifiche delle torri è stato considerato lo spettro SLV. Per la verifica degli elementi esistenti nella configurazione di progetto si è impiegato lo spettro SLV ridotto al 60% (miglioramento sismico).
Sono stati generati accelerogrammi artificiali aventi uno spettro di risposta elastico coerente con lo spettro allo SL considerato. La coerenza con lo spettro elastico è stata verificata, come indicato dalla normativa vigente (DM 2018 §3.2.3.6), in base alla media delle ordinate spettrali ottenute con i diversi accelerogrammi, per un coefficiente di smorzamento viscoso equivalente del 5%. Si è verificato che l'ordinata spettrale media non abbia uno scarto in difetto superiore al 10%, rispetto alla corrispondente componente dello spettro elastico, in alcun punto del maggiore tra gli intervalli 0,15s ÷ 2s o 0,15s ÷ 2T, essendo T il periodo della struttura in campo elastico. L'accelerazione orizzontale massima ag è 0.114 g allo SLC e 0.093 g allo SLV.
L’analisi non lineare è stata effettuata mediante integrazione al passo delle equazioni del moto utilizzando, al fine di ridurre l’onere computazionale, la sovrapposizione modale mediante i modi del sistema lineare. Sono state considerate sette coppie di accelerogrammi orizzontali (non ricorrono le condizioni per tenere in conto il sisma nella direzione verticale).
È stata eseguita una estesa campagna di analisi per ottimizzare la risposta strutturale nel rispetto dei vincoli architettonici e funzionali; i dispositivi di progetto (sia dissipatori che dispositivi di vincolo dinamico) sono risultati avere forze massime minori ai piani bassi e maggiori ai piani alti. In Figura 3 sono mostrati, a titolo di esempio, i cicli forza - spostamento di un dissipatore viscoso ottenuti nelle sette analisi dinamiche non lineari a SLC.

Figura 3 - Curve forze-spostamento di un dissipatore per 7 analisi dinamiche non lineari ad SLC.

L’efficacia della soluzione di progetto nel ridurre gli spostamenti sulla struttura esistente risulta evidente in Figura 4, che mostra gli spostamenti massimi e minimi ai vari piani nelle direzioni x e y, per i due casi di edificio con o senza dissipatori. L’effetto dei dissipatori è inoltre più pronunciato in direzione x (direzione trasversale), a causa del maggior numero di dispositivi che è stato possibile porre lungo questa direzione secondo i limiti posti dal progetto. Lungo tale direzione inoltre la rigidezza delle torri risulta superiore.
 


Figura 4 - Massimi e minimi spostamenti nelle direzioni x e y in funzione del piano,
per edificio con e senza dissipazione, per una delle coppie accelerometriche relative ad un sisma SLV.


Responsabile progetto delle strutture: Prof. Ing. Nicola Impollonia (Università di Catania, Planir s.r.l.)
Responsabile progetto architettonico: Arch. Concetta Borgia (Planir s.r.l.)
Responsabile modellazione BIM: Arch. Annamaria Ciabatta (Planir s.r.l.)
Responsabile attività di rilievo: Ing. Raimondo Impollonia (Planir s.r.l.)
Responsabile verifiche sismiche stato di fatto: Ing. Marco Muratore (Technoside s.r.l.)
Responsabile integrazione fasi specialistiche: Prof. Ing. Fabio Neri (Università di Catania, Progens.r.l.)
RUP: Ing. Federico Ferrero (ASL TO3)
Supporto al RUP: Geom. Tania Siri (ASL TO3)


Per maggiori informazioni:
FIP MEC srl
ufficiotecnico@fipmec.it
academy@fipmec.it
www.fipmec.it

 



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