Si è tenuto venerdì 18 ottobre al SAIE di Bologna nell'ambito del Forum Better Building il Convegno Nazionale "Classificare la vulnerabilità sismica dei fabbricati", organizzato dall’Associazione Ingegneria Sismica Italiana (ISI) e da Federcasa. Durante il Convegno, a cui ha partecipato il Sottosegretario On. Rocco Girlanda in rappresentanza del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, è stata annunciata la formazione, con decreto del ministro Maurizio Lupi del 17 ottobre, di un Gruppo di Studio"per la proposizione di uno o più documenti normativi per la classificazione del rischio sismico delle costruzioni, finalizzata all'incentivazione fiscale di interventi per la riduzione dello stesso rischio".
Il gruppo di lavoro coordinato dall’Ing. Pietro Baratono, Provveditore Interregionale alle Opere Pubbliche di Lombardia e Liguria, è formato dai massimi esperti in materia provenienti dal mondo accademico e dall'amministrazione pubblica nonché da ISI con il ruolo di Segreteria Tecnica. Il sistema di classificazione della vulnerabilità sismica, voluto dal ministro Lupi, rappresenta uno strumento indispensabile per dare attuazione alle norme introdotte con il decreto "ecobonus" (DL 63/2013 convertito dalla Legge 90/2013).
Consentirà, infatti, di individuare le modalità di applicazione di incentivi fiscali per interventi di riduzione del rischio sismico, graduati sulla base della tipologia di interventi, della valutazione quantitativa del rischio effettivo e della riduzione di rischio ottenuta con l'intervento. Inoltre, esso permetterà di introdurre meccanismi di valorizzazione dell'accoppiamento di tali interventi con quelli finalizzati alla qualificazione energetica degli edifici. "Sappiamo - ha detto l'On. Girlanda - che il tema che dobbiamo aggredire è di notevoli proporzioni. Secondo recenti stime sono 7 milioni le costruzioni realizzate prima del 1971, quindi non in linea con la attuale normativa sismica. A questo patrimonio immobiliare, pari al 60% del costruito - ha spiegato -si aggiungono circa 2 milioni di strutture realizzate tra il 1972 e il 1981, circa 1,3 milioni di strutture realizzate tra il 1982 e il 1991 e circa 800 mila edifici tra il 1992 e il 2001, quindi in epoca antecedente alla nuova zonizzazione sismica attuata a partire dal 2003 e alle Norme Tecniche sulle Costruzioni emanate nel 2008. Analoga situazione per quanto riguarda le strutture ad uso produttivo: su 326.000 fabbricati esistenti i due quinti sono realizzati tra il 1971 e il 1990".
"Ben 95 mila capannoni sono in aree ad alto rischio sismico. Siamo quindi - ha sottolineato il Sottosegretario -di fronte ad un patrimonio immobiliare ben superiore ai 10 milioni di edifici che richiederebbe interventi migliorativi sotto il profilo assolutamente prioritario della sicurezza. In seguito ai recenti terremoti il MIT ha poi elaborato ulteriori documenti tecnici, finalizzati al miglioramento delle regole di progettazione ed esecuzione delle strutture attinenti l'edilizia industrializzata (capannoni) proprio per le specifiche ricadute sulla sicurezza degli edifici destinati all'attività produttiva, in una lettura coerente con la necessità di salvaguardare ed incentivare il tessuto produttivo e quindi la crescita del Paese. Si tratta ora - ha concluso - di dare a queste iniziative tecniche una prospettiva più generale di riqualificazione del territorio e di rilancio, al tempo stesso, di una filiera produttiva che deve essere sempre di più orientata alla qualità edilizia ed urbanistica."
Il Prof. Gian Michele Calvi, Prof. Ordinario IUSS Pavia, ha illustrato in anteprima un'ipotesi di metodo per la realizzazione di tale classificazione.
Il Convegno si è concluso con un’ampia tavola rotonda in cui il moderatore Ing. Pietro Baratono ha coordinato e raccolto interessanti spunti, utili all’annunciato gruppo di lavoro del MIT, dai Presidenti di alcune tra le più importanti Associazioni, Federazioni e Consigli Nazionali rappresentativi la filiera delle costruzioni del nostro Paese.