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Vent'anni dal crollo di San Giuliano di Puglia fino all'aula magna dell'università di Cagliari

Adeguamento e progettazione antisismica nelle scuole: gli enti locali utilizzino i fondi del PNRR per una prevenzione stabile e non di emergenza.

Pubbl. il 02 novembre 2022 ore 16:06

Roma, 27 ottobre 2022 – Ricorre il 31 ottobre prossimo l’anniversario dei vent’anni dal crollo della scuola elementare “F Jovine” a San Giuliano di Puglia, in Molise. Da allora è sicuramente cresciuta la cultura della prevenzione ma, come già evidenziato in una recente comunicazione dell’Associazione ISI – Ingegneria Sismica Italiana, solo il 7% degli edifici nazionali sono progettati secondo la normativa antisismica, in base a quanto riporta il XX Rapporto “Osservatorio civico sulla sicurezza a scuola”, presentato a settembre da Cittadinanzattiva. In Molise, anche per la consapevolezza cresciuta dopo l’avvenimento traumatico del 2002, la percentuale è più alta rispetto a quella nazionale, con 11,7% di edifici progettati secondo la normativa: 34 edifici sui 289 del territorio regionale.

L’edilizia scolastica, e quella pubblica in generale, seguono le stesse dinamiche e lo stesso andamento storico degli sviluppi sociali e legislativi a scala territoriale. La prima normativa antisismica nazionale è la Legge 64 del 1974, che ha avuto poi necessità di circa altri 10 anni per la sua adozione da parte delle Regioni; è evidente come molti degli edifici scolastici nei primi anni ’80 fossero già costruiti.

Nel 2003 è stata emanata l’Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri n° 3274 che obbligava gli enti gestori a effettuare le verifiche di sicurezza su tutti gli edifici rilevanti e strategici, quindi anche sulle scuole, entro 5 anni (poi sistematicamente prorogati con i “milleproroghe”).

Il numero di verifiche effettuate fino a oggi è dipeso da: sensibilità dell’ente, conoscenza della materia e delle responsabilità connesse, disponibilità economiche.

Il presidente di ISI, ingegner Andrea Barocci, dall’osservatori dell’Associazione, evidenzia come: “Ora, e ogni anno di più, ci troviamo in situazioni oggettivamente critiche per quanto riguarda la sicurezza, soprattutto considerando che le scuole, per legge, dovrebbero essere più sicure rispetto alle abitazioni degli studenti stessi, rappresentando un luogo di aggregazione, rifugio ed eventualmente essere utilizzate anche per finalità di Protezione Civile”.

In questo periodo storico, complici anche una serie di eventi, è chiaro come la sensibilità di enti gestori e società sia molto aumentata. Purtroppo aumenta anche la vetustà del patrimonio e i problemi al di là dell’eventualità del terremoto: quando avvengono crolli come quello, solo ultimo caso, dell’aula magna dell’università a Cagliari, è palese come alcuni edifici non abbiano neppure “risorse” proprie e quindi è difficile immaginarli a resistere nei confronti di un evento sismico

Rimane comunque il nodo delle risorse disponibili, che potrebbe nel breve periodo essere superata utilizzando fondi del PNRR. Quest’ultimo ha infatti stanziato grandi cifre per l’istruzione, puntando all’innovazione tecnologica, alla didattica 2.0, ai laboratori. Non dimentichiamoci che il preziosissimo contenuto, ancorché innovativo, è inserito in un contenitore che invece, nella maggior parte dei casi, è obsoleto.

Soprattutto, non dimentichiamoci che l’obsoleto contenitore ospita al proprio interno il nostro futuro.

 

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