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Nasce SICURO+, il portale del rischio sismico della Protezione Civile. Che cosa è e come funziona

Nasce la piattaforma SICURO+ (Sistema Informativo di ComUnicazione del RischiO), finanziata dal Dipartimento della protezione civile e realizzata dalla Fondazione Eucentre.

SICURO+ si propone di comunicare il rischio sismico, nelle sue diverse sfaccettature, a cittadini, tecnici e amministratori pubblici, che potranno così consultare le valutazioni del rischio sismico a livello comunale relative al patrimonio edilizio residenziale italiano.

Pubbl. il 09 marzo 2020 ore 20:15

Link piattaforma SICURO+ (Sistema Informativo di ComUnicazione del RischiO)
 
Il rischio sismico è una valutazione probabilistica delle conseguenze (danni) materiali, economiche e funzionali che possono essere prodotte dai terremoti in un dato luogo e in un prefissato intervallo di tempo (finestra temporale). Esso deriva dalla combinazione di quattro fattori: pericolosità sismica, vulnerabilità sismica, esposizione e capacità.
 
La pericolosità è una caratteristica fisica del territorio non modificabile, in quanto relativa alla probabilità di accadimento di terremoti di una data gravità. L’accelerazione orizzontale massima in una condizione ideale di suolo rigido e pianeggiante è il principale parametro descrittivo della pericolosità di base.
 
La vulnerabilità, anch’essa espressa in termini probabilistici, è una misura della incapacità dell'edificio (o più in generale di una costruzione) di resistere al terremoto, dovuta a carenze costruttive o strutturali. Quanto più un edificio è vulnerabile (ad esempio per la scadente qualità dei materiali utilizzati), tanto maggiori saranno i danni che ci si dovrà aspettare per effetto dello scuotimento cui lo stesso potrà essere sottoposto in occasione del terremoto. A differenza della pericolosità sismica, la vulnerabilità degli edifici può essere ridotta attraverso opportuni interventi. Riducendo la vulnerabilità si riduce, di conseguenza, anche il rischio.
 
L’esposizione è costituita dal complesso delle persone, dei beni (edifici, infrastrutture come ponti, viadotti, gallerie, reti di distruzione, in generale tutto ciò che si danneggia in caso di terremoto), e delle attività che possono subire danni (in senso lato) per effetto del sisma.
 
La capacità, quarta componente nella valutazione del rischio, secondo la definizione delle Nazioni Unite è “l’insieme di tutti gli elementi di forza, gli attributi e le risorse disponibili all’interno di una organizzazione, di una comunità o di una società per gestire e ridurre i rischi di disastro e rafforzare la resilienza”. Si tratta evidentemente di una componente di natura essenzialmente qualitativa, che entra in maniera articolata e non traducibile in termini quantitativi nella valutazione del rischio.
 
Nel 2018 il Dipartimento della protezione civile (DPC), con l’importante sostegno della comunità scientifica, ha prodotto un documento nazionale di valutazione dei rischi naturali (“National Risk Assessment”), per rispondere agli impegni presi a livello europeo nell’ambito del “Protocollo Sendai per la riduzione dei rischi di catastrofi 2015-2030”.
 
In particolare, è stata prodotta, sotto il coordinamento del DPC, una valutazione del rischio sismico del patrimonio edilizio residenziale da parte dei centri di competenza del DPC operanti nel settore dell’ingegneria sismica: EUCENTRE (Centro Europeo di Formazione e Ricerca in Ingegneria Sismica) e ReLUIS (Rete dei Laboratori per l’ingegneria sismica). In tale valutazione non si è considerata la capacità, stanti le difficoltà di quantizzazione oggettiva, di cui si è già accennato.
 
Alla presentazione di SICURO+ presso la sede del Dipartimento della Protezione Civile è intervenuto anche il Presidente del Consiglio Superiore dei LLPP, l'ing. Massimo Sessa. "Davvero importante l'iniziativa del Dipartimento della Protezione Civile e utile per aumentare la consapevolezza del rischio sismico da parte del cittadino. Nel nostro Paese, anche grazie all'iniziativa del Consiglio Superiore del LLPP, è possibile utilizzare strumenti molto utili per intervenire nella messa in sicurezza degli edifici, anche privati, come il Sisma Bonus. Sarebbe un peccato che la mancanza di conoscenza portasse ad un uso limitato di questi supporti. Non posso non sottolineare che l'approccio dell'Italia sul miglioramento degli edifici esistenti - anche grazie al supporto della Protezione Civile, della Ricerca e dell'università, del mondo delle professioni e delle industrie - è di assoluta frontiera, e molti sono i paesi che ci hanno seguito e ci stanno seguendo su questa direzione."
 
Le mappe di rischio sviluppate per il National Risk Assessment nel 2018 sono riferite al patrimonio residenziale a scala nazionale e sono il risultato del lavoro di 6 diverse unità di ricerca: 5 unità afferenti al Consorzio ReLUIS (Università di Genova, Università di Napoli, Università di Padova, Università di Pavia, Centro Studi PLINIVS) e la sesta rappresentata dalla Fondazione Eucentre. Le mappe, realizzate all’interno di un unico ambiente di lavoro e condivisione delle elaborazioni costituito dalla piattaforma web IRMA (Italian Risk MAps), sviluppata da Eucentre (Borzi et al 2018), utilizzano un unico modello di pericolosità adottato come riferimento a livello nazionale a partire dall’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri 3519/2006. In termini di esposizione, trattandosi di elaborazioni a scala territoriale, le mappe utilizzano il dato ISTAT, unico dato disponibile in modo omogeneo a livello nazionale, adottando la scala comunale come unità minima di definizione. Il dato ISTAT è stato elaborato in termini di classi e sottoclassi di vulnerabilità (coerenti con la scala macrosismica EMS 98 definita da Grunthal nel 1998), a cui sono state associate curve di fragilità differenti (ossia curve che forniscono per ogni valore dello scuotimento la probabilità di superamento di un dato livello di danno) a partire da 6 modelli di esposizione/vulnerabilità prodotti dalle unità di ricerca coinvolte. Ne sono risultati 4 modelli per gli edifici in muratura e 2 modelli per edifici in c.a. Le mappe di rischio incondizionato relative a ciascun modello, calcolate per due finestre temporali di 1 anno e 50 anni, sono state infine combinate tra loro in un’unica mappa, assumendo ugual peso per i diversi modelli. L’impatto è stato calcolato in termini di livelli di danno (secondo i 5+1 livelli previsti dalla richiamata scala EMS 98, dal danno nullo D0 al danno D5 che equivale al crollo), nonché di conseguenze su edifici e popolazione coinvolta (Dolce et. al. 2019).
 
Le Figure 1 e 2 illustrano, a titolo esemplificativo, le mappe relative alle probabilità di accadimento in un anno del livello di danno D5 (crollo parziale o totale) sul patrimonio edilizio residenziale (Figura 1), e le conseguenze in termini percentuali di edifici inagibili (sinistra di Figura 2) e di senzatetto (destra) in un anno.
 
Figura 1 - Mappa del rischio sismico. Probabilità di accadimento in un anno del livello di danno D5 (crollo parziale o totale) sul patrimonio edilizio residenziale.
 
Figura 2 - Mappa del rischio sismico relative alla finestra temporale di un anno. Percentuale di edifici inagibili rispetto al totale degli edifici residenziali (sinistra) e percentuale di senzatetto relativa al numero totale di residenti (destra).
 
 
Considerate le finalità di SICURO+, si è deciso, ai fini della comunicazione, di adottare le valutazioni di rischio incondizionato per una finestra temporale di 50 anni, ritenute più comprensibili da parte di un pubblico vasto.
 


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