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Grandissimo Successo del Convegno Eurosteel 2014 – Intervista al Prof. Landolfo

Eurosteel 2014 è il convegno Europeo per le strutture in acciaio e le strutture miste acciaio calcestruzzo. Durante il convegno che si è tenuto dal 10 al 12 Settembre a Napoli abbiamo avuto la possibilità di intervistare il Prof. Raffaele Landolfo organizzatore dell'evento.

Pubbl. il 22 settembre 2014 ore 10:59 | ISI

Durante il Convegno Eurosteel che si è tenuto a Napoli nei giorni 10-12 Settembre 2014 abbiamo avuto la possibilità di intervistare il Prof. Raffaele Landolfo, Professore ordinario di Tecnica delle Costruzioni presso l'Università Federico II e organizzatore del convegno. 
 
 
ISI: Buongiorno Prof. Landolfo, innanzitutto la ringrazio per la sua disponibilità per questa intervista ma soprattutto per il suo sforzo ed il suo impegno nell’organizzare un evento di tale importanza e rilievo nel panorama dell’ingegneria europea e mondiale e che sicuramente è di grande prestigio e di grande orgoglio per il nostro paese. Vorrei lasciare a lei la parole quindi vorrei passare subito ala prima domanda. Che cosa è Eurosteel?
 
R: Eurosteel è la conferenza Italiana ed Europea sulle strutture in acciaio e composte. La prima edizione risale al 1995 e si è svolta ad Atene ed in questi giorni stiamo ospitando la settima edizione. Questa è la prima volta che il nostro paese ha l’opportunità ed il privilegio di ospitare questo evento  e ne siamo particolarmente orgogliosi. Credo che questo sia il riconoscimento dell’attività che l’Italia nel suo complesso abbia svolto in questo settore negli ultimi anni sia attraverso l’istituzione di comitati che attraverso la partecipazione a progetti di ricerca. Nello specifico credo sia anche il riconoscimento per la scuola Napoletana che ha sempre dato un importante contributo nello studio delle strutture in acciaio e composte. 
F: Sulla base dei contributi ricevuti, in che direzione sta andando la ricerca delle strutture in acciaio?
 
ISI: Questo è piuttosto interessante …. quest’anno l’Eurosteel  ha raccolto quasi 600 delegati ed oltre 500 memorie, provenienti non soltanto dall’Europa ma da tutto il mondo …. a breve renderemo disponibili le statistiche del congresso …..  in prima battuta posso dire che ci sono quasi 60 paesi che hanno mandato i propri delegati. È quindi inevitabile, ed è sicuramente un bene che in un congresso così grande vengono ricoperte quasi tutte le tematiche che interessano le strutture in acciaio. Troviamo quelle che sono le tematiche “classiche” e quindi le strutture antisismiche, la resistenza al fuoco  e la resistenza nei confronti del vento. Queste sono le azioni tipiche rispetto alle quali vengono progettate le strutture. Naturalmente ci sono sessioni che trattano i  temi classici della stabilità, dei collegamenti, dei profili sottili e quindi tutte quelle tematiche che hanno già suscitato un forte interesse della ricerca negli anni passati ma sulle quali c’è ancora bisogno di investigare. In aggiunta si vede anche un trend di tematiche innovative; ad oggi si parla molto di robustezza delle strutture, e alcune sessioni del convegno sono state dedicate proprio a questa tematica. Inoltre, grande interesse …. come avviene anche in altri settori …. riguarda il tema della sostenibilità. Applicata alle costruzioni in acciaio questo concetto porta all’idea che le strutture non debbano più essere progettate esclusivamente dal punto di vista della prestazione strutturale ma in modo più completo considerando anche quelle che è la loro prestazione in  termini di durabilità, di necessità di manutenzione e di eventuali riparazioni. Questo è  quello che noi chiamiamo oggi  “Progettazione integrata” basata sul ciclo di vita. Da questo punto di vista le strutture in acciaio possono essere davvero molto competitive rispetto ad altri tipologie costruttive e ci sono molti lavori su questo tema. 
 
ISI: Questi ultimi anni, ed in particolare il terremoto dell’Emilia hanno evidenziato la rilevanza delle perdite indirette legate al non utilizzo di alcune strutture ed infrastrutture danneggiate dal sisma. Con l’obiettivo di minimizzare queste perdite, un tema del quale si parla molto al giorno d’oggi è quello della resilienza delle strutture. Come si inquadra il problema per quanto riguarda le strutture in acciaio?
 
R: La mia idea, come dicevo è che ormai dobbiamo davvero iniziare a ragionare in termini di progettazione integrata. Progettazione integrata significa guardare il ciclo di vita e quindi significa, non soltanto pensare alla fase di progettazione e realizzazione, ed i relativi costi, ma ovviamente anche alla manutenzione, alle eventuali riparazioni che potrebbero rendersi necessarie e alla dismissione.  Come lei sa bene l’utilizzo della struttura dovrebbe essere pensato dalla culla alla tomba. 
Nel campo dell’ingegneria antisismica credo che questo sia un problema davvero molto importante anche perché, al giorno d’oggi le strutture vengono progettate a danneggiamento controllato. Come progettisti siamo ben consapevoli che la struttura subirà dei danni durante la sua vita e quindi è indispensabile, già in fase di progetto pensare a quali saranno le possibili rotture e il possibile ripristino guardando anche l’aspetto economico considerando anche quelli che sono i tempi necessari al ripristino della prestazione originaria della struttura a seguito di un terremoto. Cioè, le parti che si danneggiano vanno sempre più individuate, non soltanto in funzione della loro capacità di dissipare energia, ma anche nella loro possibilità di essere rapidamente sostituite una volta danneggiate e quindi, da questo punto di vista i concetti come sostenibilità e resilienza di fatto si integrano sempre di più. Per progettare in questa direzione è necessario identificare ed utilizzare i materiali idonei e studiare sistemi strutturali ed dettagli costruttivi adeguati. Tuttavia, credo che, da questo punto di vista, le strutture in acciaio hanno una certa predisposizione, queste infatti sono strutture che si ottengono dall’assemblaggio di componenti e questo potrebbe essere un valore aggiunto perché consente di localizzare il danneggiamento  nei punti giusti favorendo anche una migliore e più rapida riparabilità. Guardando lontano penso inoltre che nell’ottica della sostenibilità le strutture dovrebbero essere progettate anche in funzione della dismissione, cioè pensando anche al riutilizzo delle componenti dopo la dismissione di una struttura. Penso che in quest’ottica le strutture in acciaio sono sicuramente molto valide. 
 
R: Approfitto per dire qualche cosa riguardo l’organizzazione e per ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile ed hanno contribuito all’organizzazione di quest’evento.  
Devo dire che ci sono svariati motivi che mi hanno reso molto felice. Innanzitutto devo dire che credo che questa sia l’edizione dei primati, abbiamo raccolto il maggior numero di memorie di tutte le edizioni precedenti, oltre 500 memorie date alla stampa, ci sono circa 600 partecipanti compresi sponsor ed accompagnatori ed anche questo è sicuramente motivo di grande soddisfazione. I paesi, come dicevo sono più di 60, quindi non soltanto europei, ma c’è una grossissima partecipazione dei paesi emergenti come l’India, la Cina, il Brasile …. Svariati contributi sono arrivati anche dall’africa e questo è sicuramente uno dei trend di migliore auspicio per Eurosteel che sta diventando uno dei riferimenti mondiali e non solo Europeo per le strutture in acciaio. 
Inoltre, una cosa che è davvero impressionante è stata la grandissima partecipazione dei giovani. A breve verranno elaborate le statistiche ma guardandosi intorno si osserva che i ricercatori dai 30 ai 40 anni costituiscono il 60-70 % dei partecipanti e questo è anche un risultato della politica che abbiamo intrapreso e che ha seguito quella che è la tradizione di Eurosteel. Il tentativo è stato quello di mantenere la quota di iscrizione accessibile anche ai giovani ricercatori. Nei tre giorni di congresso, in aggiunta all’organizzazione della parte scientifica, abbiamo fatto del nostro meglio per offrire tutti i servizi necessari quali i pranzi, i coffee break, il welcome party, la gala dinner, ecc… queste sono attività altrettanto importanti per la ricerca in quanto offrono il tempo e gli spazi per lo scambio di opinioni e lo sviluppo di collaborazioni che contribuiscono in modo significativo alla ricerca. La quota di iscrizione non trova eguali in congressi internazionali. Questo non è stato un caso, ma una scelta voluta per favorire la partecipazione dei giovani e devo dire che il risultato sperato è stato abbondantemente raggiunto. Questo è sicuramente uno dei risultati che più mi rende felice. Ho visto davvero molti giovani ricercatori e credo che, in un periodo in cui le persone pensano solamente a scrivere articoli scientifici per aumentare i propri parametri, per loro sia davvero molto importante avere la possibilità di venire qui e di avere un confronto con le persone dal vivo. 
Inoltre devo dire che l’organizzazione di questo evento e la possibilità di contenere i costi è stata resa possibile da un lato dalla sensibilità di alcune aziende che ci hanno aiutato e che vorrei ringraziare, in particolar modo perché, in un periodo difficile per l’economia italiana ci sono state molte aziende che ci sono state vicine ed anche in maniera un po’ insperata rispetto a quelle che erano le aziende classiche che invece a dire la verità sono venute un po’meno. Devo anche dire che una grande mano, e questo ci tengo a dirlo ci è stato dato dall’Università che ci ha messo a disposizione spazi e personale. Questo è stato sicuramente un grande aiuto. Quando parlo di Università intendo sia l’Università come istituzione ma anche il dipartimento che io dirigo. Il nuovo dipartimento di strutture dell’Università di Napoli è nato lo scorso anno. Questo si chiama “Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura”, ha poco più di un anno di vita ma ha 200 anni di tradizione perché la nostra scuola di ingegneria risale al 1811 e adesso dopo tanti anni abbiamo, in un unico dipartimento della Federico II tutti i docenti che si occupano di strutture. L’organizzazione di questo congresso è stato anche il primo grande evento organizzato da questo neo dipartimento e come direttore devo dire che anche questo è veramente motivo di grande soddisfazione. 
 
 
ISI ringrazia sentitamente il Prof. Raffaele Landolfo per il suo impegno e per la sua disponibilità. 


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