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22 settembre 2022 - 7 scosse di magnitudo superiore a 3 in 5 zone indipendenti

Nella giornata di ieri, 22 settembre 2022 le agenzie di stampa, poi rilanciate da tutti i giornali, hanno battuto diverse volte il verificarsi di scosse di terremoto con l’eco mediatica che ne consegue.

Pubbl. il 23 settembre 2022 ore 14:03

Effettivamente la conta degli eventi è di interesse poiché si sono registrate 7 scosse di magnitudo superiore a 3, di cui due di magnitudo 4, ma ciò che sorprende è che gli eventi più importanti sono localizzati in ben 5 zone epicentrali distinte e sismogeneticamente indipendenti.

La conta degli eventi è di rilievo e numericamente superiore alla media giornaliera del nostro paese, oltre agli eventi principali si sono registrate anche 14 scosse di magnitudo compresa tra 2 e 3 e una settantina di scosse di magnitudo strumentale inferiore a 2. Occorre però fare una seria riflessione per comprendere, al di là del clamore mediatico sollevato dalle notizie, dal susseguirsi di commenti di ogni foggia sui principali social con sinistri richiami ad apocalissi incipienti, ad là della (inutile) rassicurazione dei media sul fatto che gli eventi non abbiano causato “morti, feriti o danni”, che di fatto non ci si trovi davanti ad uno scenario atipico, sia come entità dei singoli eventi dello sciame sismico successivo, sia in base alla localizzazione di diversi epicentri anche molto distanti nella medesima giornata.

Il prof. Iunio Iervolino, docente di Dinamica delle Strutture all’Università Federico II di Napoli, in un tweet ieri ha indicato come secondo i modelli di pericolosità con cui è stata redatta la mappa di pericolosità sismica del nostro paese, la probabilità di accadimento di due eventi di magnitudo 4 nella stessa giornata è dell’ordine di 10-4, evento raro ma non certo improbabile, del resto è sufficiente scorrere il catalogo parametrico dei terremoti italiani e trovare casi analoghi già a partire dall’anno 1005.

La storia sismica del nostro paese del resto mostra anche come eventi di magnitudo tra 3 e 4 siano attesi e frequenti in tutte le zone, con probabilità più alta nelle zone a maggiore sismicità. Le zone epicentrali poi, a partire da Catania e Reggio Calabria, ma a salire con l’Ascolano, l’appennino Ligure e l’appennino Tosco Emiliano, presentano storie sismiche di particolare rilievo, per cui eventi di questo tipo sono non solo attesi ma spesso frequenti.

Il portale ESM Engineering Strong Motion Database (https://data.ingv.it/it/dataset/418#additional-metadata) fornisce le registrazioni delle componenti di accelerazioni, velocità e spostamento dei principali eventi sismici e per le principali stazioni delle diverse reti sismiche nazionali e internazionali.

Per gli eventi di magnitudo più elevata è disponibile la registrazione delle forme d’onda da oltre un centinaio di stazioni. Con riferimento alle registrazioni con minor distanza epicentrale dagli eventi, ASP (Ascoli Piceno, a 7.4 km dall’epicentro su suolo cat B ai sensi EC08) e GNV (Genova a 14.3 km dall’epicentro su suolo cat A ai sensi EC08) si ottengono le forme d’onda che elaborate sono riportate in seguito.

Le accelerazioni spettrali presentano picchi attorno a 110 cm/s² e 70 cm/s² in corrispondenza a frequenze piuttosto elevate e per le registrazioni del capoluogo ligure, un secondo picco attorno ai 55 cm/s² su periodo pari a 0.4 secondi (frequenza piuttosto comune sul tessuto urbanistico italiano), per altro causa del risentimento registrato dalla popolazione in relazione all’evento, le accelerazioni spettrali massime risultano comunque modeste e inferiori ai valori di picco previsti per le zone dalle mappe di pericolosità sismica, come del resto dimostra lo scenario macrosismico e le mappe di impatto elaborate da INGV che escludono i crolli, i danni e i feriti chiamati in causa dalla stampa nazionale.

Veniamo alle conclusioni. Un terremoto fa sempre notizia, se i terremoti sono poi due o sette la notizia ha il privilegio della prima pagina ed è oggetto di parecchi scambi sui social; occorre però comprendere che per chi vive in un paese sismico eventi di questo tipo rientrano nell’ordinario, benché ripetuti nella stessa giornata in siti tanto distanti e difformi. Sono state, come sempre, chiuse scuole e uffici, in molti comuni le attività si sono fermate. Ancora quanto a lungo terremoti di simile entità potranno influire così pesantemente nelle ordinarie attività, in un paese peraltro in cui la sismicità dovrebbe essere il quotidiano?



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