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Sismabonus tra passato, presente e futuro.

L’intervento del Consigliere ISI, ingegner Silvia Bonetti invitata a TALK IN 30’ di LavoriPubblici.it

Pubbl. il 09 marzo 2022 ore 14:29

Sono stati molto più di trenta minuti quelli del dialogo tra l’ingegner Silvia Bonetti, consigliere ISI, e l’ing. Gianluca Oreto, direttore di Lavoripubblici.it, trasmesso in diretta live sui canali social della testata il 3 marzo. Un’ora di intervista con tema centrale il Sismabonus. Tra informazioni su normative, temporalità degli interventi ed efficacia, età dei fabbricati, un momento che apre ad approfondimenti futuri.

Abbiamo sintetizzato qui alcune note dell’Ing. Bonetti e, di seguito, una selezione di domande e risposte emerse nel corso dell’intervista. Con alcune provocazioni: perché viene sponsorizzato l’ecobonus più che il sismabonus?

 

Il super-Sismabonus si è incardinato nel 2020 nell’ambito del Sismabonus ordinario, attivato a partire dalla finanziaria del 2017 e definito con le linee guida per la determinazione del rischio sismico allegato al DM 58/2017.

Il disposto normativo del Sismabonus prevedeva l’accesso a un sistema crescente di benefici fiscali in relazione all’esecuzione di lavori volti alla messa in sicurezza dell’edificio. L’intervento prevedeva comunque riferimenti specifici, nell’ambito del miglioramento sismico dei fabbricati, con i contenuti della norma tecnica vigente.

La differenza tra super-Sismabonus e Sismabonus ordinario, vigente dal 2017, è duplice.

In primis, l’arco di applicazione temporale è limitato e – fatti salvi gli aggiornamenti successivi – considerati i normali tempi di esecuzione di una valutazione di sicurezza completa, sommati a tempi per i decisori e le assemblee condominiali, di fatto ha limitato la platea dei fruitori del bonus per una messa in sicurezza completa del fabbricato, favorendo invece interventi “leggeri” o locali. Occorre tener conto che il processo di messa in sicurezza e di recepimento normativo sui fabbricati è molto lento e gli interventi fiscali hanno effetto se programmati nel medio o lungo termine.

In secondo luogo, va considerato il metodo. Se infatti il disposto normativo del Sismabonus del 2017 prevedeva una rigorosa valutazione dello stato di fatto e dell’incremento apportato con i lavori associati al beneficio fiscale, il comma 4 art. 19 DL 34/2020 si riferisce in modo generico a interventi volti al “miglioramento”, diluendo di fatto il rapporto costi benefici rispetto alla sicurezza sismica.

Detto questo, i punti su cui porre l’attenzione sono i seguenti.

- Occorre portare una seria riflessione non solo sulla monetizzazione immediata ottenuta dai fruitori del superbonus, ma quale quota parte di questa sia stata effettivamente investita in un incremento di sicurezza sismica per le strutture e quindi a beneficio delle vulnerabilità del costruito che, in termini di spesa pubblica post-sismica, comportano un grave onere per il paese.

- Occorre ribadire in ogni caso che anche gli interventi di miglioramento generico o locale, se ben concepiti e progettati secondo la norma tecnica vigente, portano sicuramente ad un vantaggio per la struttura e di riflesso anche ad un miglioramento della condizione sismica del fabbricato. Anche la comunicazione tecnica e divulgativa deve essere ben chiara in questo senso poiché non è pensabile che vi siano soggetti che si pongono sul mercato proponendo interventi generalizzati e non specifici per il singolo fabbricato some soluzioni di miglioramento sismico urbi et orbi solamente in ragione della denominazione “super-sismabonus” che porta con sé il beneficio fiscale.

Ingegneria Simica Italiana ha sempre lavorato in questo senso soprattutto per la corretta comunicazione.

Per quanto concerne i dati, fermo restando che, come sopra specificato, sarebbe interessante valutare un campione disaggregato tra interventi con passaggio di classe e interventi privi di passaggio di classe, valutandone la corposità rispetto al totale dei bonus elargiti, l’Associazione ISI ha rivolto sia a tecnici che a cittadini un questionario da cui è possibile trarre interessanti conclusioni rispetto all’uso e all’efficacia dei bonus. Alcune delle seguenti risposte si basano anche sui risultati del sondaggio.

 

INTERVISTA

D. Del Superbonus 110%, i media e gli stessi tecnici hanno "sponsorizzato" unicamente l'anima relativa agli interventi di riqualificazione energetica. L'Agenzia delle Entrate ha rilevato che nel biennio 2020-2021, su oltre 38,4 miliardi di euro di detrazioni cedute, meno di 1 miliardo è relativo ad interventi di sismabonus. In un Paese in cui oltre il 70% della popolazione vive in edifici di proprietà e il patrimonio edilizio è molto datato, sembra quasi un controsenso che le misure fiscali per la riduzione del rischio sismico siano tra le meno utilizzate. Ci spieghi meglio cosa è successo.

R. Lancio due provocazioni. La prima: perché viene sponsorizzato l’ecobonus? Recentemente il tema della riqualificazione energetica è di estrema attualità mentre (per fortuna) consideri che non ci sono stati terremoti di rilievo di recente. I terremoti non sono un argomento in cui in tempo di pace si discetta volentieri. Gli interventi eco sono più “semplici” da progettare e mettere in opera e con ritorno economico immediato, mentre quelli legati alla mitigazione sismica hanno un ritorno più lungo, in cui per altro non è possibile fare una monetizzazione diretta di un presunto risparmio poiché i costi di un sisma non sono solo economici. La seconda è che, se per assurdo intervistassimo tutta la popolazione, nessuno manifesterà il piacere di vivere in una casa non sicura. Se togliessimo con un colpo di bacchetta il fattore tempo e la complessità di progettazione e esecuzione, tutti accetteremmo di accedere a un bonus per la messa in sicurezza sismica della nostra abitazione. Il problema è che questi interventi sono complessi, richiedono valutazioni a monte complesse, costose e non immediate. La stragrande maggioranza di proprietari vive in condominio e è noto quanto possa essere difficoltoso l’iter per l’esecuzione di lavori, già a partire da una semplice approvazione assembleare. Valutare quanto possa essere stata la portata degli interventi di miglioramento sismico in così poco tempo è impossibile poiché si tratta di interventi con una lunga inerzia temporale. Non si può pensare, con un disposto normativo valido un anno, di mettere in sicurezza il Paese. Domandiamoci piuttosto: “Chi ha fatto questi lavori?” La risposta per la stragrande maggioranza dei casi è semplice: “Chi aveva già in programma di fare una ristrutturazione pesante del fabbricato e magari aveva già le autorizzazioni”. Un’altra cosa va sottolineata. Di terremoto si muore e ad oggi i costi di ricostruzione per tutte le emergenze sismiche dal Belice in poi hanno una incidenza di circa tre miliardi all’anno senza contare le vite umane perse, storie perse, attività produttive chiuse. Ci sono inoltre costi che non possiamo monetizzare ma sono altissimi. Invece di spendere 3 miliardi all’anno se ne avessimo speso anche solo uno all’anno per fare manutenzione che scenario avremmo?

 

D. Il Decreto Rilancio ha eliminato il sistema premiante previsto per il sismabonus ordinario. Oggi possono avere accesso al super-sismabonus anche degli interventi locali non particolarmente rilevanti per la riduzione del rischio sismico. Ci spieghi meglio e ci dica qual è la posizione di ISI.

R. Gli interventi incardinati nel superbonus sismico riguardano anche interventi di miglioramento statico. Gli edifici hanno spesso vulnerabilità statiche che non sono disaccoppiate da quelle sismiche ma che spesso ne sono madri, quindi, soprattutto per gli aggregati edilizi dei nostri centri storici, il concetto non è errato. Ma va ben contestualizzato. Dobbiamo ricordare che un intervento di miglioramento generico deve prevedere un’analisi, una valutazione di sicurezza pre e post, una certificazione e comunque qualsiasi intervento di miglioramento si proponga deve essere correlato con una valutazione della condizione che si va a migliorare, che sia statica o sismica. ISI chiaramente può fornire una posizione su questioni di metodo sulla base di quello che ho detto poc’anzi.  È necessaria maggiore consapevolezza dei tecnici rispetto a ciò che si fa e ciò che si promette e sulla necessità che gli interventi vengano eseguiti correttamente, perché anche un semplice intervento locale ai sensi della normativa tecnica vigente prevede un minimo di analisi. Il superbonus equipara qualunque intervento strutturale. Ragioniamo per assurdo. Se invece che 110% il bonus avesse consentito una detrazione del 99% con un minimo di contribuzione da parte dei proprietari, forse sarebbe stata diversa la narrazione, che avrebbe implicato anche un’analisi di mercato per l’acquisto delle materie prime con un riflesso sull’andamento dei prezzi.

 

D. Il bonus energetico dovrebbe essere subordinato al sismico?

R. Non credo sia la soluzione, vi sono casi per cui sarebbe una forzatura e comunque non una soluzione per un paese diverso e eterogeneo come il nostro rispetto all’esposizione. Un condominio a Dobbiaco ha più necessità di efficientamento energetico di un condomino a Messina e vale il viceversa per l’efficientamento sismico, anche se è chiaro che per entrambi i casi occorrerebbe fare tutto.  Forse il bonus energetico andrebbe chiesto una sola volta per la vita del fabbricato, cosicché, se per assurdo l’edifico subisse un dissesto strutturale a causa della sua vetustà o per terremoto, il rifacimento del cappotto sarebbe a carico dei proprietari. Occorre buon senso.

 

D. Entriamo un po' più nel dettaglio. Provi a spiegarci per linee le differenze tra sismabonus ordinario e super-sismabonus e quali sono i momenti chiave per accedere a questa detrazione.

R. Il sismabonus “classico” finanziaria 2017 è stato prorogato fino al 2024, con il DM 58/2017 era stato introdotto il concetto di classificazione del rischio sismico dei fabbricati. Questa classificazione di fatto aveva un impatto immediato. Andava calcolata la classe pre-intervento e progetti gli interventi di miglioramento con l’ottenimento di un bonus pari a 75% per il passaggio di una classe e 85% per il passaggio di 2 classi. Di fatto l’obbligo a subordinare il beneficio al passaggio di classe andava ad agire sulle maggiori vulnerabilità evitando i crolli, consentendo la salvaguardia dei fruitori e del contenuto. Il superbonus di fatto al suo interno contiene il vecchio sismabonus, aggiunge il miglioramento statico ma equipara il vantaggio fiscale a qualunque tipo di intervento si vada a effettuare. È un allargamento che può aver senso nei centri storici non può avere i medesimi effetti per ogni tipo di fabbricato. Occorre sempre partire da una valutazione dell’esistente, capire le reali necessità del fabbricato e poi percorrere le strade più idonee. L’equiparazione normativa non implica l’equiparazione della bontà degli interventi.

 

D. Dalla sua esperienza, quali sono le motivazioni che conducono tecnici e contribuente a rinunciare all'utilizzo del sismabonus?

R. Dal questionario di ISI si nota che la criticità principale sono i tempi. Il problema pratico che appare nell’immediato è il dubbio sul futuro normativo, per interventi che comunque prevedono tempi di progettazione e realizzazione non comprimibili. Chi aveva già in progetto di effettuare una ristrutturazione pesante ha usufruito del bonus, chi ha pensato di effettuare gli interventi solo per il bonus raramente è andato avanti. C’è poi un problema formale legato alla difficoltà delle asseverazioni, per cui molti tecnici che non hanno esperienza diretta in merito trovano parecchie difficoltà, ma credo questo sia un problema secondario.

 

D. Parliamo di rischio sismico: ci spieghi meglio cos'è e perché in Italia è importante valutare bene la condizione di salute strutturale dell'immobile in cui si vive.

R. Quello sismico è un rischio che è funzione di due variabili. La prima è il terremoto. La pericolosità sismica nel nostro territorio varia di zona in zona, con la probabilità di accadimento di terremoti, è noto che ci sono zone a maggiore pericolosità dove periodicamente accadono terremoti importanti e zone a rischio più basso in cui i terremoti di un certo rilievo sono più rari.  La seconda variabile è la sicurezza del fabbricato. In Italia abbiamo un rischio sismico più alto rispetto al Giappone perché, pur avendo terremoti meno forti, il nostro costruito è meno sicuro del loro. È chiaro, inoltre, che se non è possibile intervenire sulla pericolosità sismica, salvo ipotizzare fantasiosamente di spostare più della metà della popolazione italiana, possiamo intervenire sulla sicurezza dei fabbricati che sono il tallone d’Achille del problema. Anche la via della previsione esatta dei terremoti non è percorribile perché, anche ipotizzando di poter evacuare nottetempo aree con centinaia di migliaia di persone, comunque il terremoto agirebbe sui tessuti urbani, le infrastrutture, i beni artistici etc. Il problema dei nostri territori è che non si mantiene la memoria storica dei terremoti avvenuti in passato e la consapevolezza del rischio associata a una costruzione attenta dei fabbricati perde di consistenza. Questo è uno dei motivi per cui le zone meno pericolose sismicamente risentono maggiormente di eventuali accadimenti con macrosismico di rilievo.

 

D. Come ISI, quali sono le iniziative che avete intrapreso per sensibilizzare la politica, il mondo tecnico e gli stessi contribuenti?

R. ISI lavora a 360 gradi, fungendo da catalizzatore di esperienza e competenza su tutti gli ambiti tecnici legati alla sicurezza sismica, dalle tecnologie, ai software, ai professionisti. Uno dei campi d’azione è ad esempio la formazione, per cui ISI propone corsi di livello avanzato per gli associati. ISI opera, inoltre, attraverso gruppi di lavoro, che sono di fatto il braccio operativo dell’Associazione. Attualmente ne sono incardinati tre: “Elementi non strutturali” (tamponamenti, impianti), “Edifici storici” e “Diagnostica e Monitoraggio”, gruppo che, per fare un esempio, ha redatto con DEI il prezzario sulla diagnostica. Nel nostro sito web inoltre c’è la sezione “L’esperto risponde” di carattere tecnico e fiscale per quesiti di carattere generale. All’interno di ISI ci sono competenze e capacità. Mi piace l’aspetto ampio e trasversale, ciascuno porta il proprio contributo.



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