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ISI ricorda il Prof. Piero Pozzati

ISI ricorda il Prof. Piero Pozzati - scomparso lo scorso 31 Ottobre - tra le massime figure dell’Ingegneria Civile del nostro Paese, pubblicando un prezioso contributo commemorativo curato dal Socio Prof. Umberto Sannino. Pubblichiamo inoltre le motivazioni che l'ing. Marcello Mauro scrisse quando nel 2009 gli fu assegnata la Medaglia di Socio Onorario dell’Associazione AICAP sia gli interventi di prolusione e chiusura da lui tenuti nell’ambito del “Corso di aggiornamento sui criteri di progettazione in zona sismica” svolto presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna nell’anno 2004.

Pubbl. il 14 novembre 2015 ore 01:28

Pubblichiamo un prezioso contributo commemorativo sul Prof. Piero Pozzati curato dal Socio Prof. Umberto Sannino.

 

LA SCOMPARSA del Prof. Ing. PIERO POZZATI
 
Il 31 ottobre 2015, nella sua casa di Piazza Alessandro Volta n. 4, ha posto fine alla sua vita terrena PIERO POZZATI.
I funerali si sono svolti lunedì 2 novembre nella Chiesa parrocchiale del centrale quartiere Saragozza di Bologna.
Il nostro fratello PIERO è morto ma per passare ad altra vita; quindi, il suo spirito continua a vivere nel Regno di Cristo ….
Ed un giorno la Sua Anima si ricongiungerà con le nostre.
 
Non sono stato allievo di questo Grande Maestro dell’Ingegneria, ma l’Amicizia con lui affonda le radici nell’anno 1969 allorché sono stato da lui esaminato quale Presidente della Commissione, che mi ha conferito il titolo di Libero Docente. Da quegli anni ’60 e fino all’anno 2012 si è tra noi instaurata una intensa Amicizia, con scambio di frequente corrispondenza e saltuari incontri nelle Città di Bologna, Firenze e Roma.
Stante il Suo precario stato di salute negli ultimi anni, dal 2013 al 2015, l’ho potuto solo sentire più volte al telefono.
Una delle ultime visite a casa Sua si è svolta nel febbraio 2012; anno, in cui la Città di Bologna ha avuto una stagione invernale tra le più rigide; inverno, che ha dato luogo ad eccezionali ed imponenti nevicate.
 
PIERO POZZATI era nato a Bologna il 20 luglio del 1922
 
 
Completati gli studi di istruzione secondaria, conseguì la laurea in “Ingegneria Civile - sezione trasporti” con il massimo dei voti et laude, presso l’Università degli Studi di Bologna, subito dopo la fine della seconda guerra mondiale, ed esattamente nel dicembre dell’anno 1945. Successivamente fu  abilitato alla “professione di ingegnere” nell’anno accademico 1963-1964, superando l’Esame di Stato sempre presso l’Università degli Studi di Bologna. 
 
Si iscrisse presso l’Ordine degli Ingegneri di Bologna il 31 agosto dell’anno 1954.
Iniziò subito, nell’anno 1946, la sua carriera scientifica e didattica - quale Assistente - presso l’Istituto di Scienza delle Costruzioni della medesima Università nella quale aveva studiato; Istituto, che era diretto all’epoca dal Prof. Odone BELLUZZI.
Conseguì la Libera Docenza, a seguito di Esami Pubblici indetti dal Ministero della P.I. ( D.M. 8-10-1948), nell’anno 1949 e nel medesimo anno gli è stato conferito - dal Consiglio di Facoltà d’Ingegneria della Università di Bologna - l’incarico di professore di “Costruzioni in legno, ferro e cemento armato”
Nell’anno 1954 risultò vincitore del Concorso Pubblico per titoli, della Cattedra di “Tecnica delle Costruzioni”; concorso, che era stato bandito dal Politecnico di Torino. Nell’anno accademico 1955-1956 fu subito chiamato - per trasferimento - a ricoprire la Cattedra di “Tecnica delle Costruzioni” presso l’Università di Bologna - Facoltà d’Ingegneria. Dopo qualche anno ha assunta anche la funzione di Direttore dell’Istituto di “Scienza e Tecnica delle Costruzioni” nella medesima Università.
Fu nel contempo incaricato dalla Facoltà di tenere l’insegnamento della Cattedra di “Costruzioni di Ponti”; Cattedra che era vacante, sempre presso la medesima Università di Bologna.
In quegli anni (1956-1966) svolse anche l’insegnamento specialistico di <Lastre piane e curve> presso la Scuola di Specializzazione per le Costruzioni di Cemento Armato del Politecnico di Milano.
La Sua docenza presso la Facoltà d’Ingegneria della Università degli Studi di Bologna  è stata tenuta, ininterrottamente, per ben quarantacinque anni !  
Intere generazioni di giovani allievi ingegneri sono stati da lui temprati, nel settore disciplinare della “ingegneria strutturale”, con il rigoroso impegno scientifico che ha sempre caratterizzato il suo insegnamento.
La sua attività didattica si concluse al termine dell’anno accademico 1991 - 1992 e la sua ultima lezione - lectio magistralis - fu tenuta in data 3 giugno 1992 e fu focalizzata sulla “Proliferazione delle Normative e del tecnicismo”. 
Alla conclusione della Sua attività didattica e scientifica, e nell’anno 1997, il Consiglio di Facoltà d’Ingegneria della Università degli Studi di Bologna, lo elesse al ruolo di “Professore Emerito” di <Tecnica delle costruzioni>.
Nell’anno accademico 2000-2001 ha avuto l’incarico dalla Facoltà d’Ingegneria dell’Università degli Studi di Pavia (IUSS), di tenere il Corso di “Etica ambientale”, atteso che già prima e nell’anno 1987 il Senato accademico della Università degli Studi di Bologna - in occasione del  novecentesimo anno di vita del MEDESIMO Ateneo - aveva chiesto al Prof. Ing. POZZATI di tenere la “prolusione” generale. 
Ed è nel corso di questa magistrale lezione che Egli tratta ampiamente, e per la prima volta, le <Responsabilità Etiche della Tecnica>. 
 
Ha retto la Presidenza del C.S.L.P. (Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici) nei difficili anni della situazione di grave crisi generale della Nazione Italiana (1992 - 1994); crisi nazionale, che ha avuto in quegli anni pesanti ripercussioni principalmente nel settore dei lavori Pubblici ed anche in quello dei lavori Privati. Nel corso della Sua Presidenza si provvedeva alla stesura e varo della <Legge Quadro sui Lavori Pubblici>.
Questa Legge restituiva al “progetto” dell’opera la sua centralità nonché anche al “progetto e al processo costruttivo”, coinvolgendo tutte le figure interessate alla realizzazione dell’opera, tra le quali gli Operatori Economici, la Committenza, il Progettista, il Direttore dei Lavori, il Collaudatore e l’Impresa.
Sempre sotto la Sua Presidenza si è provveduto alla stesura ed al varo, nell’ambito del recepimento della Normativa Europea, degli Euro-Codici EC2 ed EC3, per i quali fu da lui auspicato ed applicato il principio del contradittorio o confronto aperto - ai fini di esaurire gli aspetti della problematica - tra le differenti posizioni dei vari membri.
 
La Sua produzione Scientifica e tecnico-scientifica, iniziata nell’anno accademico 1947-1948, è stata svolta interamente nel campo della “ingegneria strutturale”  e della “ingegneria sismica” e delle connesse tipologie strutturali ricorrenti.
Nelle sue numerose pubblicazioni scientifiche e tecnico-scientifiche, tutte edite su Riviste specializzate della Ingegneria Civile e delle Costruzioni, vengono trattati argomenti specifici delle tipologie strutturali ricorrenti, semplici e complesse nonché sui metodi di calcolo manuale per renderle applicabili nella tecnica dell’ingegneria. 
Il Prof. POZZATI, che proveniva dalla Scuola del grande Maestro Odone BELLUZZI, fu un abile calcolatore delle strutture  di conglomerato cementizio armato e di quelle di acciaio, relative ad importanti opere della ingegneria strutturale.
 
Ha progettato, calcolato e diretto importanti Opere Pubbliche, quale il “trampolino olimpico” di lancio per salti con scii (c. d.: TRAMPOLINO ITALIA) per il VII° Olimpiadi invernali di Cortina d’Ampezzo (BELLUNO),  in unione agli Ingegneri G. Holzner, E. Mantovani, L. Berti e R. Straumann nell’anno 1955; l’ampliamento dello stadio Comunale di Bologna, assieme agli Ingegneri Enrico Zacchiroli e Franco Zerri nell’anno 1990. 
 
Nel corso della carriera diede alla stampa un Volume dal titolo “FONDAMENTI di TECNICA delle COSTRUZIONI” (anno 1971) e quattro volumi dal titolo “TEORIA E TECNICA DELLE STRUTTURE” - edizioni U.T.E.T. di Torino (anni 1972-1974). Questi volumi sono stati, negli ultimi anni 2007 - 2010, revisionati  con l’aggiunta di numerosi Capitoli e paragrafi. Ma questo lavoro non è stato condotto a termine a causa della prematura scomparsa del Suo allievo Prof. Ing. Claudio CECCOLI avvenuta in Bologna il 9 gennaio 2010, il quale coordinava il lavoro di revisione.
 
Al termine della sua attività scientifica  Il Prof. POZZATI ha dato alla stampa anche il Volume dal titolo “VERSO la CULTURA della RESPONSABILITA' - Ambiente, tecnica, etica”, pubblicato nel giugno dell’anno 2007 - edizione Ambiente di P. POZZATI e F. PALMERI. 
In questo pregevole volume è stato posto in luce il rapporto tra le innumerevoli <applicazioni della tecnica> e le <responsabilità> cui si va incontro nel percorso delle varie fasi di progettazione, calcolo, esecuzione e collaudo dell’opera. In effetti nella parte conclusiva, si prendono in esame gli aspetti della problematica che riguarda il modo di operare del “tecnico” che viene sempre più chiamato a misurarsi con una inedita “responsabilità” e si conclude con l’auspicare la consegna alle generazioni future di un pianeta Terra in condizioni tali da poter assicurare loro una “qualità di vita” degna di essere vissuta.
 
Nell’anno 1977 il Prof. POZZATI  viene insignito della massima Onorificenza conferita nel campo della Istruzione,  quale “Benemerito della Scuola, della Cultura e dell’Arte”, accompagnata dal Diploma di I^ Classe con medaglia d’oro.
Nell’anno 1981 è nominato Accademico della <ACCADEMIA BENEDETTINA delle SCIENZE> con sede in Bologna.
Nell’anno 1995 viene eletto e nominato Accademico corrispondente della “ACADEMIA NACIONAL de INGENIERIA” con sede in Argentina.
 
Durante le giornate A.I.C.A.P. 2009 di Pisa, in data 14 maggio 2009, è stata concessa al Prof. POZZATI la Onorificenza di Socio Onorario dell’Associazione con medaglia d’oro al termine della prolusione, contenenti le motivazioni, tenuta dal Vice-Presidente della Associazione, Dr. Ing. Marcello MAURO.. 
 
Nella sua vita terrena sono riconoscibili tre ruoli magistralmente impersonati che descriveremo qui di seguito: quello dello “INGEGNERE”, quello del “PROFESSORE” e quello “UMANO”.
 
IL RICORDO DELL’INGEGNERE
 
Il Prof. Piero POZZATI iniziò subito dopo la laurea - avvenuta all’età di venti-tre anni - a lavorare presso l’Istituto di Scienza delle Costruzioni, ricoprendo diversi ruoli: da “Ingegnere progettista” a “Ingegnere specialista”, nonché a partire dagli anni ’50 a progettare, calcolare e dirigere la realizzazione di opere e strutture speciali sia in calcestruzzo armato, sia in acciaio.
Nel campo della progettazione ha sviluppato progetti di costruzioni della edilizia civile ed industriale; progetti, dei quali i più importanti sono stati già ricordati innanzi.
Ha anche eseguito indagini, importanti lavori di ripristino e verifiche tecniche riflettenti elementi strutturali di particolare complessità nella Regione Emiliana e nella Città di Bologna, apportando il suo valido contributo di esperienza acquisita nell’Istituto diretto dal Prof. Odone BELLUZZI.
 
IL RICORDO del PROFESSORE
 
PIERO POZZATI  dedicò veramente la Sua vita in primis all’insegnamento ed in questo trovò soddisfazioni profonde; e tale Suo sentimento di amore verso la Scuola  per echi molteplici si ripercuote nella Sua opera, lucido specchio nel quale le linee generali della materia “TEORIA e TECNICA delle STRUTTURE” e le singole problematiche si riflettono con esemplare chiarezza.
Iniziò ricoprendo il ruolo di “Assistente ordinario” (1946), presso la Cattedra di “Scienza delle Costruzioni”, e lavorando gomito a gomito con il Prof. Odone BELLUZZI. 
Conseguita l’abilitazione alla “libera docenza” (1949), occupò - per incarico conferitogli dal Consiglio di Facoltà di Ingegneria - la Cattedre di “Costruzioni di legno, ferro e cemento armato”. Partecipò e vinse, con il titolo di primo ternato, il Concorso per la Cattedra di “Tecnica delle Costruzioni” che il Politecnico di Torino aveva bandita con un Concorso pubblico. Dopo solo un anno (A. A. 1955-1956) fu trasferito presso la Facoltà di Ingegneria della Università di Bologna, dove ha insegnato ininterrottamente fino allo Anno Accademico 1991-1992.
Nel corso della Sua lunga carriera di docente ha organizzato e partecipato a Simposi, Seminari, Conferenze, Convegni e Congressi, con valenza Nazionali ed Internazionali; spesso ricoprendo il ruolo di Presidente.
 
Quanto al Suo trattato, edito dalla U.T.E.T. di Torino, che dopo la revisione fatta insieme al Prof. C. CECCOLI - con aggiunta di Capitoli e paragrafi nuovi - segnano il coronamento del trattato medesimo, pur non raggiungendo il compimento previsto nel primitivo disegno dell’Autore, può essere considerato oramai “Opera classica” di preziosa consultazione per l’insegnamento, la ricerca e la professione.
 
Ricordo un docente serio, appassionato e preparato che ha formato intere generazioni di giovani allievi ingegneri civili della Scuola Bolognese.
Ricordo un professionista che ha saputo progettare, calcolare e realizzare opere della ingegneria civile ed industriale pubbliche e private: un autentico MAESTRO della ingegneria la cui instancabile opera didattico-scientifica e professionale segna il confine di separazione tra il tradizionale “calcolo manuale” di progetto e/o verifica ed i moderni procedimenti di calcolo con l’ausilio di  programmi  (software). 
 
IL RICORDO DELL’UOMO
 
La Sua attività, di cui si è fatto cenno innanzi, lo colloca tra le più significative ed importanti personalità della Scienza e della Tecnica in Italia nel campo delle Costruzioni e della Sicurezza delle strutture, sia nel campo statico che nel campo dinamico.
La Sua opera di ricerca ed i Suoi lavori scientifici sono stati riconosciuti ed apprezzati nel mondo Accademico, Nazionale ed Internazionale.
Ma al di là delle Sue ben affermate tappe della carriera Professionale ed Accademica, consentitemi di ricordare le Sue doti intellettuali, morali e caratteriali di .
Ricordo un uomo dal tratto semplice, di cultura eletta …… ma di grande modestia (fin troppa), onestà e signorilità. 
 
La nostra Amicizia  costante, i nostri colloqui, anche se saltuari,  avuti nel tempo e nel corso degli anni,  fanno emergere una personalità del Prof. Ing. Piero POZZATI di spiccato carisma ed elevata e profonda cultura ……………………………………………………………….
 Ricordo un uomo semplice di infinita bontà e gentilezza, tipica del carattere Emiliano.   Deciso nelle affermazioni e dalla esposizione chiara, coerente e concisa. 
Di carattere calmo, un poco chiuso, ma estroverso nei rapporti umani, professionali e scientifici con la Comunità.
Ha sempre brillato per la Sua intelligenza ed intuizione profonda !
 
Marito e padre esemplare. Ha cristianamente superate tutte le difficoltà anche quando la vita terrena gli è stata avversa, come nella circostanza della perdita della Sua indimenticabile ed inseparabile moglie e compagna di vita.
 
Ricordo ancora un uomo sempre sorridente ma deciso nelle sue idee, affermazioni ed azioni: Un autentico gentiluomo. 
Ed oggi la mia emozione si unisce al dolore per la sua scomparsa !
 
Così in una tiepida giornata autunnale il male lo ha colpito definitivamente,  nella medesima Città nella quale Egli aveva operato ed espletata la Sua incessante attività di “INGEGNERE”, di “STUDIOSO” e di ”UOMO”: era il 31 ottobre 2015.
Mi piace, in chiusura, prendere a prestito ciò che molti anni fa ho sentito dal mio Amico Giovanni FALCONE coraggioso Magistrato Italiano, ritenendo molto attuale e che ben si presta ad essere applicato allo insegnamento ed alla memoria del caro Amico Piero:
“ Gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini” 
 
Caro PIERO riposa in pace …….. un giorno ci ricongiungeremo …. E potremo riprendere le nostre vivaci discussioni e conversazioni tecnico-scientifiche sull’ingegneria delle strutture……. 
 
Il tuo Amico di sempre
                                                              Umberto Sannino
 
Roma, 20 novembre 2015
 
 

Motivazioni Ing. Marcello Mauro

 

A Piero Pozzati

 

Tratteggiare, sia pure in estrema sintesi, l’attività scientifica, didattica e culturale del Prof. Piero Pozzati, significa rivedere in filigrana, attraverso il percorso intellettuale di una personalità eccezionale, lo svolgersi della vicenda storica nazionale dal dopoguerra ad oggi, dalla ricostruzione all’industrializzazione, dall’affermarsi del settore terziario alla rivoluzione tecnologica dei nostri tempi.

La modernizzazione del Paese si è avvalsa dei progressi delle discipline tecniche e queste hanno avuto impulso dalla crescita sociale ed economica. In tale contesto, l’Ingegneria Civile ha avuto un ruolo decisivo, rispondendo alla sempre crescente domanda di nuove opere e di infrastrutture rendendo disponibili ed operative le nuove conoscenze e i prodotti dell’evoluzione tecnologica.

Ed è nel settore disciplinare dell’Ingegneria delle Strutture che il Prof. Pozzati esprime la Sua produzione scientifica, splendidamente feconda e sviluppatasi senza soluzione di continuità dal 1946 ad oggi, alimentata da vasta ed elevata dottrina, costantemente rivolta a perseguire finalità di concretezza e quindi a fornire agli ingegneri soluzioni praticabili ed efficaci per risolvere problematiche tecniche ostiche e fino a quel momento praticamente inaccessibili.

Questo è anche il segno caratteristico del Suo impegno scientifico che qualifica il Suo insegnamento, tenuto pressoché ininterrottamente per quarantacinque anni presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Bologna, dove si laurea in ingegneria civile nel dicembre del 1945 con il prof. Odone Belluzzi, con il massimo dei voti e con lode.

Il Suo percorso universitario è particolarmente brillante, nonostante le difficoltà dei tempi. Assistente presso l’Istituto di Scienza delle Costruzioni subito dopo la laurea, nel 1946, già nel 1949 consegue la libera docenza in Scienza delle Costruzioni. Nello stesso anno assume l’incarico di professore di Costruzioni in Legno, Ferro e Cemento Armato. Nel 1954 vince, primo ternato, il concorso alla cattedra di Tecnica delle Costruzioni bandito dal Politecnico di Torino, ma dopo solo un anno è richiamato per trasferimento a Bologna a ricoprire la cattedra di Tecnica delle Costruzioni. Successivamente, assumerà la funzione di Direttore dell’Istituto di Tecnica delle Costruzioni.

Contemporaneamente all’insegnamento di titolarità, è chiamato a svolgere il corso di Lastre Piane e Curve presso la Scuola di Specializzazione per le Costruzioni di Cemento Armato del Politecnico di Milano e il corso di Costruzioni di Ponti nella stessa Università di Bologna.

Autore di quattro volumi sulla Teoria e Tecnica delle Strutture, è componente dell’Accademia delle Scienze dell‘Istituto di Scienza, Lettere ed Arti di Bologna, è membro corrispondente dell’Accademia Nacional de Ingenieria di Buenos Aires ed ha ricevuto la medaglia d’oro del Ministero della Pubblica Istruzione per “Benemerenze nella Scuola, nella Cultura e nell’Arte”.

Conclusa nel 1992 la attività didattica ufficiale, nel 1997 è nominato Professore Emerito e nel 2001 tiene un corso di Etica Ambientale presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Pavia.

Le Sue prime pubblicazioni iniziano nel 1946, subito dopo la laurea, e testimoniano l’intento di rendere praticabile - senza tuttavia perdere di rigore - il calcolo, ancora manuale, delle tipologie strutturali ricorrenti e di quelle più complesse, in quell’epoca di intenso sviluppo della tecnica del cemento armato: i telai, le lastre variamente vincolate e comunque caricate, i solai a fungo, le travi e le piastre su terreno elastico, le lastre curve, le strutture precompresse.

Quasi in simbiotico parallelismo alla ricerca scientifica si colloca una attività progettuale caratterizzata da soluzioni strutturali ardite e suggestive, ancorché di ingegnosa semplicità, quale ad esempio il trampolino olimpico per salti con sci a Cortina d’Ampezzo e l’ampliamento dello Stadio comunale di Bologna.

In rapporto con i sempre nuovi problemi tecnici posti dall’evoluzione tecnologica, il Suo interesse scientifico si appunta sullo studio del comportamento di una vasta gamma di strutture speciali, di opere marittime, così come sull’analisi delle azioni sismiche sulle strutture, sulla genesi, l’impostazione e le finalità delle norme, sulla stessa filosofia, cioè, delle norme.

Nella prolusione da Lui tenuta nel 1987, su richiesta del Senato Accademico, per l’inaugurazione del novecentesimo anno accademico dell’Università di Bologna, vengono per la prima volta esposte le Sue riflessioni sulle responsabilità etiche della tecnica, ulteriormente approfondite e condensate nella sua ultima lezione, incentrata sulla “ proliferazione delle normative e tecnicismo”.

Attraversando con grande sensibilità e spirito creativi i diversi momenti storici, l’attività intellettuale e professionale del Prof. Pozzati si caratterizza anche - quale felice peculiarità di un impegno scientifico e culturale ereditato dal suo illustre Maestro - per il profondo senso del dovere e della responsabilità del suo Ufficio, responsabilità rivolta in primo luogo alla formazione delle nuove generazioni di ingegneri, ma che progressivamente si estende - in relazione alla tumultuosa diffusione della “civiltà della tecnica” - al delicatissimo tema delle possibili ricadute delle attività dell’uomo sull’ambiente e sulla vita.

Questa tematica comincia ad essere sistematicamente trattata dapprima nelle Sue lezioni di “etica ambientale”, insegnamento da Lui fortemente voluto ma scarsamente risonante in un ambiente universitario spesso sordo ed apatico; successivamente questo filone culturale viene sviluppato con ampiezza di visione storico-filosofica, nel volume “Verso la cultura della responsabilità - Ambiente, tecnica, etica”, pubblicato nel giugno 2007. E’ questo un libro eccezionalmente singolare nel panorama della letteratura scientifica. Appassionante come un romanzo e rigoroso come un trattato; fondamentale per conoscere, comprendere e misurare le conseguenze ambientali dei nostri attuali modi di produzione e  stili di vita.

Vengono illustrate con chiarezza espositiva ed efficacia sintetica, “da ingegnere”, i complessi meccanismi fisici ed antropici alla base delle diverse emergenze ambientali: incremento demografico, riscaldamento globale e destabilizzazione climatica, emissioni inquinanti ed effetto serra, modificazioni degli assetti energetici globali, riduzione delle disponibilità di acqua dolce.

Attraverso un approfondito excursus del pensiero scientifico occidentale, dalla rivoluzione industriale dell’800 ad oggi, sono posti in luce gli effetti dell’integrazione delle applicazioni tecnologiche nella società e nell’economia, con i conseguenti gravissimi rischi per l’ecosistema; rispetto ai quali c’è da opporre un solo rimedio: la cultura della responsabilità.

E’ questa la sostanza del principio etico di responsabilità, fortemente richiamato dal Prof. Pozzati: esso si pone come necessaria stella polare di chiunque oggi operi nel campo della tecnica, e quindi, in primis, degli ingegneri.

Si tratta cioè del dovere di valutare preventivamente gli effetti che sull’ambiente e sull’uomo - e quindi sulla vita - possono avere le applicazioni di una tecnica che ormai si sviluppa in un continuo e inarrestabile divenire, quasi obbedendo automaticamente ad un intrinseco codice genetico che, lasciato agire liberamente, sembra sfuggire ad ogni successiva possibilità di controllo e non rispondere ad alcuna forma di responsabilità.

Cosicché all’Ingegnere, reso consapevole e responsabile della sua attività, capita, nella sua quotidiana esperienza professionale, di ricondursi idealmente al pensiero e all’insegnamento del prof. Pozzati, proprio attraverso l’acquisita coscienza del delicato rapporto tra applicazioni della tecnica e responsabilità, rapporto dialettico che può trovare nella prassi una feconda sintesi solamente attraverso la mediazione dell’etica, e sempre sul presupposto di una qualificata personale competenza professionale.

Si accennava prima di come l’attività del prof. Pozzati si sia intrecciata con i momenti salienti della vicenda nazionale.
Un coinvolgimenti diretto è accaduto allorquando le traversie di un momento storico particolarmente critico e convulso della vita del nostro Paese, hanno determinato la necessità di ripristinare l’autorevolezza dello Stato ed hanno imposto la necessità di porre al vertice di delicate Istituzioni personalità di sicura ed indiscussa caratura intellettuale e morale.

E’ in conseguenza di questo obbiettivo stato di emergenza, anche morale, che il Prof. Pozzati è stato chiamato, per il biennio 1992 – ‘94, ad assumere l’incarico di Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici in una situazione generale di gravissima crisi, contraddistinta da pesanti ripercussioni proprio nel settore dei lavori pubblici.

Nell’esercizio di questo nuovo ed inaspettato compito, mostrando ineguagliabili doti di equilibrio, saggezza lungimiranza e determinazione, Egli ha guidato il Consiglio Superiore verso i più alti livelli di prestigio, propri dei momenti migliori della lunghissima tradizione di questo Organismo, voluto e costituito con eccezionale lungimiranza nel 1859 da Cavour per soddisfare l’esigenza del costituendo Stato unitario di disporre di un proprio massimo Organo tecnico in vista dell’enorme opera di infrastrutturazione del territorio, indispensabile per realizzare l’ unificazione fisica e politica della nuova Nazione.

In ideale continuità con questa genesi storica, grazie al prestigio ed all’impegno del Prof. Pozzati, nel corso della Sua Presidenza veniva concepita e varata la nuova Legge Quadro sui lavori pubblici, imperniata sulla scelta valoriale della centralità del progetto e quindi della qualità integrale del processo costruttivo, degli operatori (Committenza, Progettista, Impresa, Maestranze, Direzione Lavori, Collaudatori), dei materiali, prodotti, processi e sistemi costruttivi impiegati nella costruzione.

All’interno di questo contesto, la Legge riaffermava, e tutt’ora riafferma, per il Consiglio Superiore, la natura di massimo organo tecnico-consultivo dello Stato, garantendone “la piena autonomia funzionale e organizzativa, nonché l’indipendenza di giudizio e di valutazione”.

Dichiarazione questa apparentemente rituale nella forma quanto preziosa nella sostanza, perché attribuisce espressamente e giuridicamente al Consiglio Superiore la dignità di una alta funzione di garanzia che ha valore anche di riconoscimento della funzione sociale dei tecnici: attestazione quanto mai rara in una società nella quale culturalmente prevale la formazione giuridico-amministrativa rispetto a quella scientifica.

Va anche ricordato che sotto la presidenza del prof. Pozzati è stata impostato e varato il primo recepimento nella normativa tecnica nazionale degli Eurocodici EC2 ed EC3: operazione in lui fortemente ispirata dal proposito di contribuire anche per tale verso all’unione dell’Europa ed attuata seguendo il metodo “ popperiano” di un ampio e aperto confronto fra i diversi punti di vista allora esistenti sulla questione.

Del resto appartiene alla Scuola ed alla formazione culturale del prof. Pozzati favorire la discussione pacata e produttiva, attraverso la quale si possono ponderare tutti gli aspetti delle questioni e pervenire ad una conoscenza delle cose che si avvicini alla verità.

Questa attitudine alla condivisione ed all’approfondimento comunitario è alla base della Sua convinta partecipazione alla costituzione dell’AICAP, Associazione alla quale ha attivamente collaborato, facendo continuativamente parte del suo Consiglio Direttivo dal 1972 fino al 2008, quando, con parole di grande significato morale e carica emotiva, ha rimesso il suo mandato di Consigliere per motivi di salute.

 

Per questi motivi e come doveroso riconoscimento dei suoi meriti, l’AICAP oggi conferisce al Prof. Pozzati la qualifica di Socio Onorario, e con grande emozione a Lui esprimo, personalmente e a nome del Consiglio Direttivo e di tutta l’Associazione, sentimenti profondi di rispetto, gratitudine, ammirazione e sincero affetto.

 

 

 

Di seguito i link per il download delle relazioni del Prof. Piero Pozzati tenuti nell’ambito del “Corso di aggiornamento sui criteri di progettazione in zona sismica” svolto presso la Facoltà di Ingegneria di Bologna nell’anno 2004. 

 

Il Convenzionalismo nel calcolo strutturale sismico

Le fasi di ideazione e di verifica nella progettazione strutturale

 



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