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Rischio sismico, approvata la pianificazione di emergenza in Calabria

La Protezione Civile Regionale punta sul censimento del grado di vulnerabilità degli edifici pubblici e sul monitoraggio della redazione e dell’aggiornamento dei piani di protezione civile comunali.

Pubbl. il 21 aprile 2016 ore 00:24 | ISI

La Regione Calabria risulta la prima in Italia ad aver approvato la pianificazione regionale di emergenza nell’ambito del ‘Piano nazionale di soccorso per il Rischio Sismico’ di cui alla Direttiva del Presidente del Consiglio dei Ministri del 14 gennaio 2014.
 
 
Questa la dichiarazione dei giorni scorsi del Dirigente della U.O.A. Protezione Civile della Regione Calabria Carlo Tansi. “Le parole del Capo Dipartimento – ha commentato Tansi - rappresentano ovviamente motivo di orgoglio per l’importante risultato raggiunto, concretizzatosi con l’approvazione (DGR n. 16 del 9 febbraio 2016) del “Programma Regionale di Soccorso per il Rischio Sismico”; risultato ottenuto per altro utilizzando risorse tecniche e professionali interne e senza alcun aggravio di costi. Tali dichiarazioni, al tempo stesso, ci incoraggiano e ci stimolano a proseguire sulla strada intrapresa, consapevoli che solo un’adeguata attività di prevenzione può contribuire a mitigare gli effetti di una, purtroppo più che eventuale, grave emergenza sismica che potrebbe colpire in futuro la nostra Regione. La storia sismica della Calabria ci racconta dei fortissimi terremoti che hanno interessato in passato diverse zone del territorio regionale e ci dà la misura dell’elevato grado di esposizione che, come oramai unanimemente riconosciuto dalla comunità scientifica, fa della Calabria la regione a più elevata pericolosità sismica dell’intera area geografica del Mediterraneo”.
 
 
“Per tali motivi – ha aggiunto il Dirigente della U.O.A. Protezione Civile della Regione Calabria - la protezione Civile Regionale, pur adempiendo tra mille difficoltà ai propri compiti d’istituto in ordine alla gestione delle innumerevoli emergenze idrogeologiche che affliggono il nostro territorio, sta intensificando gli sforzi nell’ambito della prevenzione del rischio sismico puntando in particolare su due specifiche attività: 
  • il censimento del grado di vulnerabilità degli edifici pubblici, con particolare riferimento agli edifici scolastici. Il corretto utilizzo dei fondi destinati all’adeguamento sismico delle strutture non può prescindere da una conoscenza dettagliata dello stato di vulnerabilità delle stesse anche e soprattutto al fine di utilizzare opportuni criteri di priorità nella gestione delle limitate risorse. La tragedia di San Giuliano di Puglia del 2002 ci ricorda poi quanto sia importante garantire la sicurezza sismica delle scuole, dove i nostri figli passano gran parte del loro tempo. 
  • il monitoraggio della redazione e dell’aggiornamento dei Piani di Protezione civile comunali. Una recente ricognizione ha evidenziato che ad oggi, solo poco più della metà dei comuni calabresi, ha approvato e/o aggiornato il Piano di Protezione Civile Comunale; e questo nonostante tutti gli sforzi fatti in passato, anche in termini di sostegno economico, per stimolare questo fondamentale adempimento. Il piano di protezione Civile Comunale rappresenta il principale presidio di prevenzione per i cittadini, soprattutto in ordine al rischio sismico. Occorre dunque operare in questo senso una adeguata inversione di tendenza”.
 
“Evitando inutili e dannosi allarmismi, dobbiamo però avere tutti la consapevolezza – ha concluso Tansi - che la pericolosità sismica della Calabria deve rappresentare la nostra principale causa di preoccupazione e che, allo stato, non abbiamo altra risorsa di protezione disponibile se non l’attuazione di una adeguata politica di prevenzione. Il terremoto è un fenomeno naturale che non uccide. Ad uccidere sono le costruzioni dell’uomo che crollano se non costruite adeguatamente e dunque se non in grado di sopportare gli scuotimenti attesi”.


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