Tra coloro che erano stati chiamati a collaborare al n. 28 di “Territori della cultura” c’era anche un gruppo di professionisti aderente all’ISI (“Ingegneria Sismica Italiana”), appositamente coinvolta nell’iniziativa affinché potessero esporre le problematiche relative alla messa in sicurezza sismica dell’edificato esistente anche coloro che vi erano impegnati in prima linea e che – oltretutto – erano chiamati ad assumerne la responsabilità diretta.
Nella riunione del 13 aprile 2018 il Comitato Scientifico del Centro di Ravello formalizzava l’apertura di un dialogo sulla traccia di quanto ascoltato nell’incontro del 5 ottobre a Roma, da realizzarsi in collaborazione con l’ISI. L’ISI, a sua volta, riconosciuto l’assoluto interesse per le argomentazioni trattate e la piena coerenza con le finalità dell’associazione stessa, riteneva di dovere mantenere e favorire un dialogo con il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello, oltretutto nella consapevolezza della necessità di un impegno multidisciplinare nella ricerca di soluzioni per aspetti comuni a tutti.
Il testo che segue rende concreto il primo passo di tale iniziativa. Esso è organizzato in due sezioni: un elenco di problematiche desunte in massima parte dai testi contenuti nel n. 28 della rivista di Ravello e una riflessione su quanto enunciato nel paragrafo precedente. Si tratta, come è facile evincere dal contenuto, di una serie di esempi, destinati a fare da specimen per altri interventi analoghi provenienti da altre fonti. Nessuno di questi propone conclusioni ma, al contrario, cerca di suscitare la proposizione di altri argomenti.